POKE BOWL: il "sushi hawaiano" pop e di tendenza
È uno dei piatti più fotografati e mangiati degli ultimi anni, diventato in breve tempo un vero e proprio trend globale, da New York a Dubai, da Amsterdam a Milano. Stiamo parlando del pokè, la moda healthy del momento costituita da una ciotola di riso bollito sormontata principalmente da pesce crudo, verdure, frutta e salse.
Il nome (la cui lettura corretta sarebbe pok-ei) significa letteralmente “a pezzetti”, con riferimento appunto alla possibilità di creare le bowl mixando gli ingredienti che più si preferiscono, riadattando la ricetta originale ai gusti locali e personali.
Ma quali sono le origini di questo piatto tanto amato?
La nascita del pokè è da ricercare nel cuore delle Hawaii, paradisiache isole nel mezzo del Pacifico tanto conosciute come meta di vacanze da sogno, quanto attualmente affermate nell'ambito della gastronomia contemporanea. È qui infatti che i polinesiani, approdati nel 400 d.C., hanno dato vita a un piatto tradizionale a base di pesce crudo tagliato a pezzetti, alghe e inamona, condimento locale realizzato con le noci di Kukui arrostite e sminuzzate.
Questa antichissima ricetta, oggi conosciuta come “limu pokè ”, è stata successivamente modificata ad opera dei giapponesi, che hanno in primis sostituito i condimenti classici con salsa di soia e olio di sesamo, preferendo poi il tonno al pesce bianco ed elaborando nel tempo gusti come il dolce, l'agrodolce, l'acido e il piccante. Anche l'aggiunta del riso è un effetto della contaminazione asiatica: basta pensare al chirashi o al donburi, piatti della gastronomia nipponica in cui pesce crudo o carne vengono adagiati su grandi ciotole di riso e mangiati con le bacchette (da qui l'espressione di “sushi hawaiano”, con cui il piatto è stato comunemente ribattezzato).
La fortuna del pokè
Se il pokè ha fatto il giro del mondo è merito sicuramente di Sam Choy, celebrity chef che per primo negli anni Novanta ha dato vita a un movimento di riscoperta della cucina del Pacifico. Da questo momento in poi sono stati moltissimi gli imprenditori che ne hanno subito intuito il potenziale: si tratta infatti di una preparazione buona, sana, esteticamente accattivante, economica e replicabile in mille combinazioni senza bisogno di una cucina o di cuochi..
La formula si è pertanto rivelata fin da subito una carta vincente per fast food o franchising: il pokè ha così iniziato il suo percorso sulle spiagge di Los Angeles, per evolversi nel prodotto che conosciamo oggi in California, consacrare il suo successo a New York e da lì raggiungere successivamente il resto del mondo.
Il consumo di pokè
Se attualmente quello del “sushi hawaiano” è una delle mode più gettonate anche in Italia, non deve però mancare l'attenzione verso la sostenibilità dei suoi consumi. Soluzione comoda per asporto e delivery, perfetta per un pranzo al parco così come in ufficio, viene servita in pratiche bowl di diverse dimensioni in cui poter mischiare gli ingredienti preferiti.
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