Vivere nel rispetto della salvaguardia ambientale: l'esempio degli ecovillaggi

Vi sarà probabilmente già capitato di sentire parlare degli ecovillaggi, organizzazioni solidali nate al posto di borghi spopolati e campi abbandonati che hanno fatto della vita secondo natura e della salvaguardia ambientale un vero e proprio mantra. Ma in cosa consistono esattamente queste società ecologiche e dove si trovano in Italia?
Gli ecovillaggi: comunità alternative
Definiti come “comunità intenzionali sostenibili” per ribadire l’intenzione di vivere insieme secondo modelli di sostenibilità ambientale ed economica, gli ecovillaggi riuniscono persone che condividono gli stessi ideali in una totale fusione con la natura e i suoi elementi.
Da qui l'origine di alcune regole base di tali associazioni, quali l'impiego di energie esclusivamente rinnovabili e di materiali da costruzione a basso impatto ambientale (con il riciclo di quanti più oggetti possibile), l'adesione volontaria a uno stile di vita volto a ridurre l'impronta ecologica e la condivisione di un'alimentazione basata sull'agricoltura biologica. Alla base di tutto resta comunque la scelta di trasformare radicalmente la propria vita, dando origine vere a proprie comuni aperte alla condivisione di valori e obiettivi, abbracciando un'esistenza in armonia con l’ambiente e lontana dai meccanismi della modernità.
Gli ecovillaggi in Italia
Il primo ecovillaggio risale al 1971, quando un professore di San Francisco, Stephen Gaskin, fondò The Farm, nel Tennessee, tuttora presente.
Da lì in poi i progetti di queste comunità si sono diffusi in tutto il mondo, a partire dai circa 2000 insediamenti negli Stati Uniti fino ad arrivare in Europa, dove il maggior numero di comunità alternative si concentra fra Gran Bretagna e Irlanda. Anche in Italia nel tempo tali strutture hanno fatto la loro comparsa: il primo ecovillaggio, “Utopiaggia”, nacque nel 1972 in Umbria per essere poi seguito dai successivi, per un totale attuale di circa una quarantina di insediamenti. Fra questi possiamo citarne alcuni fra i più importanti:
- Eco-House
Nel siracusano, è un villaggio dove è stata abolita qualunque sostanza nociva per l’ambiente. Oltre a questo, si ricicla l’acqua, si pratica il baratto, il riuso e un’accoglienza solidale e sostenibile.
- La Città della Luce
Nelle Marche, è una comunità basata sulla sostenibilità relazionale e ambientale con uno stile di vita contraddistinto dalla sobrietà, nell'ottica di ridurre ogni tipo di spreco e impatto sull’ambiente.
- Il Popolo degli Elfi
Sull’Appennino pistoiese, il Popolo degli Elfi è una delle esperienze più originali nel panorama del movimento comunitario italiano: i membri vivono raccogliendo i frutti della terra e allevando bestiame.
- Damanhur
Fondata nel 1975 da Oberto Airaudi, si trova in Piemonte tra l’Alto Canavese e la Valchiusella. Si contraddistingue per essere una società multilingue aperta alle diverse culture e agli scambi internazionali, oltre ad aver ricevuto un premio come modello per lo sviluppo sostenibile.
- Torri Superiore
Chiudiamo questa piccola rassegna con uno degli ecovillaggi più antichi d'Italia. Situato a pochi chilometri da Ventimiglia, è nato in seguito al rifacimento di un piccolo borgo medievale. La sua più grande particolarità riede nei materiali impiegati per il restauro: tutte le opere sono state realizzate con pietre locali e materiali naturali come sughero, paglia o fibre di cocco, i serramenti sono in legno sostenibile e le pitture murali totalmente ecologiche. Si produce acqua calda attraverso pannelli solari e gli impianti di riscaldamento sono mantenuti sempre a bassa temperatura per ridurre lo spreco energetico.
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